Sunday, April 24, 2005

Tra le pareti (Julieshaircut home environment)

"They play me on the radio and that's the way I like it..."


Che poi, in un certo senso, spiega tutto questa frase qua sopra e quello che vi apprestate a leggere non vuol dire niente.
Forse.
La storia è molto semplice: tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005, proprio nel periodo dei pandori/panettoni/partite a carte/cinte slacciate per il troppo mangiare/baci sotto il vischio e "...meno nove, meno otto, meno sette...", i Julie's Haircut si ritrovano in casa per registrare delle canzoni (quasi) in acustico da regalare in dono a sette radio selezionate in lungo e in largo nella penisola.
Detto così non è niente di nuovo.
E' un po' quella cosa che John Peel (pace all'anima sua) ha fatto per anni.
Seppure in maniera diversa.
La novità sta in un gruppo di persone che si tirano dietro la porta (con gli annessi e connessi psicologici/filosofici che questa cosa comporta e che non spiego. Non sono Gigi Marzullo, anche se come capelli siamo lì) e decide di tenersi dentro solo uno sparuto numero di amici e collaboratori. Un po' come affermare che far quadrato in certi momenti è una cosa importante.
Che riacquistare l'intimità delle quattro mura, magari dopo un anno speso a fare su e giù dai palchi, ogni tanto è una cosa necessaria.
Il bello di queste session sta proprio nel seguire questa idea d'intimità e cercare di renderla pubblica senza lasciarla snaturare.
E poi ci sono le canzoni. Canzoni che avevano bisogno di prendersi altri spazi che non sono quelli angusti e stretti (e tondi) dei compact disc (i vinili sono un'altra cosa, nei vinili c'è più aria).
Canzoni che vanno ascoltate, registrate e regalate agli amici.
Oppure: passate in mp3 e diffuse via internet in barba a tutti i decreti di questo mondo conosciuto, urbani ed extra urbani.
Fatelo. I Julie's non vi dicono di no.
Per un sacco di motivi, ma soprattutto perché se lo meritano.
Canzoni vecchie (Chip And Fish Brain), nuove (In The Air Tonight, The Big Addiction, The Last Living Boy In Zombietown) e nuovissime (First Drop Of Morning Sun).
Ascoltate una di seguito all'altra in queste versioni inedite, spogliate di tutti gli orpelli ed arricchite di nuovi colori, sembrano il perfetto viatico per capire i Julies che furono e quelli che saranno. L'impeto punk del passato e quello pop del presente letti in una nuova chiave di lettura. Una chiave diversa, ma non meno interessante, che passa anche per la riscoperta di alcuni classici.
Breathe dei Pink Floyd ("I Pink Floyd!! Ma non eravate un gruppo indie?"), che a suo modo è quasi uno standard. Una canzone che fa parte (volente o nolente) del dna di tutti quelli che nella loro vita hanno avuto a che fare con chitarre, bassi, batteria e quant'altro.
Walkin' With Jesus degli Spacemen 3, che più che una cover  l'atto d'amore di una band nei confronti di un'altra. Un po' come dare a Cesare quello che è suo. Ed allo stesso tempo tenersene un pezzo.
Broken Imaginary Time dei Soundtrack of Our Lives. Un gruppo che solo per il nome che si è scelto meriterebbe un posto in paradiso ed invece si ritrova ad essere quasi ignorato.
When Tomorrow Comes. Gli Eurythmics. Che poi sarebbero un gruppo degli anni ottanta. Peggio: un gruppo pop degli anni ottanta. Uno di quelli super noti, per giunta. Una canzone che fa parte del bagaglio genetico di una generazione e che ristabilisce un grande assioma: Una bella canzone è una bella canzone. Alla faccia delle etichette, i suffissi e i prefissi che spesso si divertono ad attaccare alla musica che ci piace.
In pratica, Home Environment è la monetina per accedere al juke box privato dei Julie's Haircut. Sta a voi decidere se spingerla o no nella fessura.
Ed anche in questo senso: spiegava tutto la prima frase.