Saturday, April 23, 2005

Greg Dulli e Manuel Agnelli: Matrimonio All’Italiana

Febbraio 2004: I Twilight Singers di Greg Dulli e gli Afterhours di Manuel Agnelli si uniscono per uno storico tour italiano.
Il successo di quella esperienza e l’amicizia consolidata tra i due leader porta le due band a collaborare e suonare insieme (tra l’Italia e l’Inghilterra) durante tutto il resto dell’anno.
Novembre 2004: Manuel e Greg sono di nuovo insieme, presi dalla lavorazione del nuovo album degli Afterhours e dagli impegni promozionali per presentare “She Loves You”, disco di cover di quest’ultimo.
Quello che è certo è che il bello deve ancora venire.



“C’è poco da fare: gli incontri che mi cambiano la vita accadono sempre in circostanze straordinarie ed in posti straordinari”.

A parlare è Greg Dulli, me lo ritrovo davanti, seduto su una panchina della festa dell’Unità di Bologna e sembra che non sia passato neanche un anno da quando gli Afghan Whigs apparvero sulla scena musicale.
Stesso ciuffo, stessa passione per abiti di colore nero e soprattutto stesso sguardo magnetico e curioso. Accanto a lui c’è Manuel Agnelli che ascolta le parole di Greg, sorride e risponde a sua volta. Ogni tanto fa anche da vigile per smistare i curiosi che si avvicinano con la speranza di una foto e di un autografo (loro, non mio). E per questo lo ringrazio.

“Come tutti sanno, l’incontro che ha dato vita agli Afghan Whigs, è avvenuto in carcere (conseguenza di una notte di sbronze). Con Manuel è stato diverso.
Eravamo a Las Vegas per il matrimonio di un nostro amico, eravamo i testimoni. Ci saremmo potuti conoscere direttamente nella cappella nunziale. Sarebbe stato divertente. Invece è successo in hotel. Il Luxor, credo… quello della piramide! (risate ndi)

Da quell’incontro in poi Greg e Manuel non si sono più persi di vista. In questi giorni stanno finendo di mixare il nuovo disco degli After, in uscita a gennaio.

“Quando penso agli Afterhours non penso ad una band italiana, penso ad una band staordinaria.
Non m’importa da dove provengano. Gli Afterhours sono una grande band ed ogni volta che salgono sul palco “catturano l’orso”. Questa è l’unica cosa che m’interessa quando m’innamoro di un gruppo. Io sono un essere umano e non vedo nessuna differenza tra un italiano, un africano, un giapponese e me. Da quello che posso vedere la maggior parte degli italiani ha due braccia, due gambe ed una testa, proprio come me. E proprio me come suonano il piano, la chitarra e gli altri strumenti. Non c’è nessuna differenza ”.

“Fantastico, vero? – è Manuel Agnelli a continuare- Secondo me questa è l’attitudine giusta. L’importante è solo la musica ed essere liberi di fare quello che ci sentiamo di fare. In questo paese si pensa troppo all’atteggiamento giusto o sbagliato da avere, a quali sono le cose migliori o peggiori da fare…siamo abituati a pensare troppo e fare di meno. L’atteggiamento giusto ti arriva perché lo senti, perché ne hai bisogno…perché sei diverso dagli altri e non perché lo cerchi.
Con Greg mi trovo benissimo e quando ho lui nei paraggi mi sento libero come non accadeva da diverso tempo. E’ incredibile”.

Ad unire i due, oltre che una forte amicizia, è soprattutto l’approccio, identico, con cui guardano e si rapportano alla musica.

“Manuel si sente a suo agio con me ed io mi sento a mio agio con lui. Abbiamo un modo molto simile di lavorare. Lui mi ha fatto sentire musica che non conoscevo ed io ho fatto lo stesso con lui, ci siamo scambiati le nostre esperienze e lavorare insieme a questo nuovo album è la cosa migliore e la più interessante che ci poteva venire in mente di fare in questo momento.
E’ iniziato tutto così: io volevo registrare Summertime per il disco di cover ed ho chiesto aiuto a Manuel. Lui voleva fare The Bed (canzone contenuta nell’ultimo album di Lou Reed “The Raven” ndi) ed ha chiesto aiuto a me. Abbiamo fatto tutto molto velocemente: io penso che se ti svegli la mattina e non hai nulla da fare, andare a letto la sera con un’intera cazzo di canzone registrata, se non due, vuol dire aver avuto una buona giornata. A me piace avere sempre buone giornate (ancora risate ndi).

Il nuovo album rappresenta per gli Afterhours un passo importante. Un passo che probabilmente spalancherà al gruppo le porte dell’Europa e degli Stati Uniti.

“Abbiamo lavorato a Catania. In maniera quasi inedita per noi: in tre settimane abbiamo fatto tutto il disco. Quando Greg ci ha raggiunto avevamo solo quattro o cinque canzoni. Con lui ne abbiamo scritte altre tre e finite di registrare altre due.
Ora Greg ha deciso di esportarci e…(risate ndi)”
“…gli esporto, gli esporto (ancora risate). Due settimane fa ho suonato a Londra con i Twilight, ad un certo punto ho invitato Manuel e Giorgio (Prette, il batterista degli Afterhours) sul palco ed abbiamo fatto due pezzi loro. Il pubblico è andato in delirio, è stato fantastico, incredibile… forse perché cantavano in Inglese….(ride ancora)”

Già, la lingua. In che lingua canteranno i nuovi Afterhours? Cambierà il modo di Manuel Agnelli di scrivere canzoni?
Domande legittime a cui serve una risposta:
“Continuerò a parlare di quello che gira intorno a me, non invento storie, non sono bravo a farlo.
L’unica cosa che so fare è parlare di me e delle persone che sono vicine a me. Parlare di quello che MI succede e di quello che CI succede. Io non scrivo tutti i giorni, non voglio che scrivere diventi una schiavitù. Non mi piace: devo avere qualcosa da dire, qualcosa che mi stia molto a cuore. Altrimenti, per fortuna, ho di meglio da fare”

Gli fa eco Greg Dulli: “ E’ per questo che ho fatto un disco di cover… così ho potuto evitare di scrivere io i testi, grazie a dio l’avevano già fatto gli altri (ridono). A parte gli scherzi: penso che scrivere i testi sia una cosa piuttosto innaturale. Per me è naturale comporre musica, ma mettermi lì e pensare alle cose da dire, alle storie è sempre un’esperienza difficile. Non ho fatto dischi per tre anni per che sentivo di non avere molto da dire.
E’ il prezzo che bisogna pagare quando decidi di raccontare le cose con la tua voce, quando metti i tuoi sentimenti a disposizione di persone che non sanno neanche chi sei.
L’altra sera Manuel ed io abbiamo guardato un documentario su John Lennon.
Ad un certo punto si vede un tizio che gli dice: “Grazie, le tue canzoni parlano della mia vita.” e Lennon: “No, non parlano della tua, parlano della mia”.
Questa è una cosa che mi fa paura, ma è normale: siamo umani ed abbiamo delle cose in comune.
Posso ascoltare qualsiasi canzone, di chiunque ed in qualsiasi paese, e capire quel sentimento perché probabilmente l’ho provato anche io in precedenza. Non serve sapere le lingue, prendi ad esempi Fela Kuti: io non parlo lo zulù, non capisco una parola, ma ogni volta che sento la sua voce riesco a comprendere dal tono che usa quello che sta cantando. Mi succede lo stesso quando ascolto la Carmen. E’ un’opera ed è in un’altra lingua ma l’emozione della voce mi dice quello che serve che io sappia”.


E’ proprio l’amore della musica, per tutta la musica, che anima le scelte di Manuel Agnelli e Greg Dulli, da sempre. Ed è per l’amore della musica che si prende una canzone di altri e si cerca di renderla propria. A quel punto il bisogno di inciderla diventa quasi fisico:
“E’ da parecchio che con gli Afterhours cerchiamo di fare cover in maniera personale, nostra.
Non credo però che ne faremo mai un disco intero, non ora almeno. Ora abbiamo altri interessi.Siamo riusciti a raggiungere un tipo di scrittura finalmente nostro e vogliamo totalmente rivolgerci verso quel tipo di cose. Però lavorare con Greg a She Loves You mi ha appagato molto. Mi ha fatto ritrovare l’approccio giusto nei confronti di quelli degli altri”.

“Quando ho iniziato a pensare al disco di cover non avevo in mente di fare un album e soprattutto non avevo in mente di prendere una canzone per ogni decennio. In She Loves You ci sono canzoni degli anni trenta, quaranta, cinquanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta ed anche duemila, è successo per caso ma sono contento. E’ così perché mi piace la musica di tutte le epoche, non solo di un periodo preciso. Mi piace la musica, punto e basta. All’inizio volevo fare solo canzoni di donne, poi ho preso altre direzioni ed ho fatto anche brani di uomini. Anche se comunque sono sempre canzoni che parlano di donne”

Greg ride e continua a spiegare cosa lo spinge a fare le cose che fa:
“E’ molto naturale, non c’è niente di preventivato. Faccio le cose perché mi va di farle, perché sento di fare così.
Per esempio: quando vengo in Italia per suonare con gli Afterhours o perché dobbiamo lavorare al disco, lo faccio perché mi sento parte della band.
Io sono un membro della band, quello che facciamo lo sentiamo. Altrimenti sarebbe triste e non credo che staremmo qui a parlare con te.
Io vengo in Italia e sono parte della band. Lo stesso è Manuel quando viene in America per suonare con i Twilight Singers. Adesso faremo un tour e Manuel sarà il nostro tastierista. Ma non vi preoccupate, tornerà presto: deve finire di mixare l’album”.

“Sono molto eccitato dall’idea di andare in America a suonare per un po’. E poi sono contento di dover suonare il piano. Per colpa di Greg ora mi devo rimettere a studiarlo. Grazie Greg, Grazie Papà”

“Grazie Manuel, GRAZIE PAPA!”

E così, tra le risate generali e l’italiano bizzarro di Mr. Greg Dulli finisce l’intervista. Ancora più di prima siamo convinti che il bello debba ancora arrivare. Arriverà presto, per fortuna.

*Grazie a Giulia che mi ha prestato il registratore ed ha sbobinato l’intervista. Grazie davvero!